In questi ultimi due anni di pandemia, la paura della morte ha bussato in modo prepotente e ci ha fatto sentire a disagio, impotenti, in balia degli eventi.
Oggi, la guerra dietro casa, nutrita dall’odio e fatta di bombe sofisticate e mezzi pesanti, ci fa tremare ancora più della pandemia.
Mi ritrovo a pensare a come recuperare mio figlio Simone a scuola, se dovessero dare un qualche tipo di allarme. Vorrei saperlo sempre vicino a me, o comunque raggiungibile in poco tempo, per proteggerlo, per fargli sentire che ci sono e che con me è al sicuro. Vorrei poterlo proteggere dalla pandemia, dalla guerra, dalla rabbia delle persone, da se stesso quando penserà di non essere abbastanza. La verità è che non posso proteggerlo da tutto, non posso assicurargli che sarà sempre felice, non posso promettergli che ci sarò per sempre. Abbiamo già affrontato tante volte il tema della morte e se conosci la mia storia, sai che dai nostri dialoghi è nato “La vita oltre il seme”, ma è un argomento che ciclicamente si ripresenta e che ho deciso di affrontare sempre, ogni volta che Simone me lo proporrà.

Perché abbiamo paura della morte
Abbiamo una profonda paura della morte perché è una di quelle cose su cui non abbiamo controllo. Sappiamo chiaramente quando siamo nati, ma non sappiamo quando, dove e come moriremo. Probabilmente saremmo molto più sereni se sapessimo cosa succede dopo la morte. C’è chi crede in una vita che continua nell’aldilà, chi pensa che il corpo muoia ma l’anima si reincarni e continui il suo viaggio evolutivo e chi, invece, non crede a nulla. Questa incertezza ci paralizza. Ci terrorizza, poi, la paura di soffrire e di provare dolore quando si avvicinerà il momento di morire. Anche in questo caso, se fossimo certi che sarà un passaggio sereno, l’affronteremmo con tranquillità.
Infine, credo che la paura più profonda sia quella di lasciare il corpo prima di aver potuto compiere qualcosa di significativo per le persone che amiamo, prima di aver lasciato un segno concreto, tangibile e di valore, nel mondo e in eredità a chi verrà dopo di noi.

Prepararci a vivere la morte in pratica
Il modo in cui comprendiamo e immaginiamo il processo del morire, può influenzare il nostro modo di affrontare un lutto, la modalità di pensare alla nostra morte e la nostra capacità di confrontarci con i bambini su questo argomento. Cosa possiamo fare allora per essere pronti e più sereni possibile nel confrontarci e vivere questo tema?
- Accetta la tua mortalità
Ci piace pensare di essere indispensabili: accettare la nostra finitezza non è per niente facile, ma è proprio questa consapevolezza che ci sprona a vivere pienamente ogni istante e a dare valore alla vita.
- Sii padrone della tua vita
Non abbiamo il controllo su cosa accadrà in futuro, ma possiamo decidere sul qui e ora. Impegnati a svolgere attività positive e gratificanti. Trascorri del tempo con le persone che ami. Sperimenta cose nuove con coraggio e spirito d’iniziativa.
- Fai amicizia con la morte
Accetta tutti i sentimenti che il parlare di lutto suscita in te. Accogli l’ansia, la rabbia, la paura, la tristezza. Non puoi ignorarli. Sono emozioni tue che provi dentro di te, che senti nel tuo corpo e scacciarle è inutile. Fermati, ascolta dove le senti, respiraci dentro e poi lasciale fluire via tenendo fuori la razionalità che vorrebbe poter spiegare tutto.
- Concentrati sul tuo benessere.
Focalizza la tua attenzione su quello che potresti fare che ti fa stare bene e svolgi quelle attività. Sposterai così l’attenzione su quello che ha valore, su ciò che ti fa vivere pienamente la tua vita, corta o lunga che sia.
- Pianifica
Non esistono solo preoccupazioni religiose e filosofiche quando pensiamo a cosa succederà di noi dopo la nostra morte. Ci mettono in difficoltà anche le parti pratiche, soprattutto mettono in difficoltà chi resta. Cosa succederà alla mia famiglia quando morirò? In quale luogo deporranno la mia salma o le mie ceneri? Quale cassa e fiori sceglieranno? Celebreranno un funerale o solo un rito di saluto civile?
In realtà queste cose le possiamo decidere tutte noi, in anticipo, sgravando i nostri famigliari da una serie infinita di incombenze da svolgere in un momento doloroso, quando vorrebbero solo piangere tutto il loro dolore.

Come proteggere i nostri figli
Vorrei saperlo sempre al sicuro. Vorrei garantirgli che la morte l’abbiamo già vissuta abbastanza e non ci toccherà più. Vorrei rassicurarlo e dirgli che non proverà mai più la paura di perdermi e i sentimenti difficili non faranno parte della sua vita. La realtà è che non posso. La verità è che se voglio aiutarlo a vivere in sicurezza e serenità nel mondo, l’unico modo possibile che ho è:
- fargli sapere che sarò sempre con lui anche quando non mi potrà più vedere
- sostenerlo e guidarlo
- insegnargli a riconoscere le sue potenzialità
- fargli accettare le sue fragilità e aiutarlo a migliorarle
- spronarlo a chiedere aiuto quando è in difficoltà
- stimolarlo ad avere fiducia negli altri
Facile? Per niente, ma solo così potrò dargli tutti gli strumenti a lui utili per affrontare le difficoltà della vita con più consapevolezza, una buona dose di coraggio e il giusto grado di spensieratezza.
Tra il dire e il fare ci sta di mezzo il mare, ma già sapere quali sono gli strumenti utili per non cadere in balia della paura, aiuta ad essere più consapevoli e sereni.
Hai qualche nuovo suggerimento da aggiungere a quelli che ti ho proposto, che possano aiutarci ad affrontare in modo più sereno la morte?
Puoi trovare un utile approfondimento Parlare di morte ai bambini, si può?
Credo che uno dei mali della nostra Società è proprio il non parlarne abbastanza! Parlare della morte, in generale, diminuisce la paura versa di essa, xké ci aiuta ad elaborare. Insomma, concordo con ogni parola che hai scritto in questo articolo, Fra! Grazie!
Ciao!
Grazie per la tua condivisione.
Anch’io credo che non parlarne peggiori la nostra sofferenza. Il confronto e la condivisione, alleggerirebbero sicuramente il cuore nel momento della perdita, ma non siamo tanto abituati ad esporci, quando si tratta di parlare di emozioni e sentimenti. Abbiamo il difficile compito di allenarci e allenare i nostri figli ad accettare quelle brutte sensazioni che proviamo quando siamo in difficoltà o quando ci manca qualcuno. Un obiettivo difficile quanto fondamentale per una crescita serena e consapevole!
A presto
Francesca
Ciao Francesca.
Un argomento tanto difficile quanto emozionante.
La paura vive con noi ogni giorno. Io credo di avere paura di tutto, qualsiasi cosa faccia, anche la più banale.
La paura di morire è qualcosa che prima o poi sfiora chiunque, specialmente quando non stiamo bene.
La cosa che possiamo fare, in cui credo molto e come hai detto anche tu, è trovare il giusto equilibrio di spensieratezza e coraggio nel vivere la vita.
Complimenti per questo bellissimo articolo, anzi direi più una bellissima lettera scritta a cuore aperto 💕
Un abbraccio e buona Domenica.
Ciao Martina!
A volte penso che sarebbe bello ritornare un po’ bambini per rivivere quei momenti di folle incoscienza e spensieratezza. Quelli in cui facevi le cose perché ti sentivi di farle, senza pensare troppo alle conseguenze. Folle, forse si, ma in quei momenti non c’era posto per la paura: c’era solo la voglia di respirare la vita a pieni polmoni. Oggi ci mettiamo tantissimi freni e la paura ci governa costantemente, soprattutto in questi ultimi anni. Abbiamo bisogno di leggerezza, di spegnere il cervello e vivere il cuore in un equilibrio precario per la nostra mente razionale, ma profondamente sano.
Grazie per la tua condivisione!
A presto!
Francesca
Ciao,un articolo molto bello,la morte non si accetta ma purtroppo fa parte della vita.In questo articolo dai molti spunti interessanti!
Ciao Erika!
Non è facile accettare la perdita di chi si ama, ma, indubbiamente, comprendere che fa parte di una ciclicità e che nascere non può esistere senza il morire, ci aiuterebbe a vivere il lutto con il cuore più sereno.
A presto!
Francesca
Ciao Francesca, articolo molto interessante. E’ un argomento davvero particolare e spesso capita di pensarci. Cercherò di seguire i tuoi preziosi consigli. Jessica
Ciao Francesca la morte è un argomento che scotta ogni volta che si affronta perché molte volte l’ignoto fa paura.
Purtroppo è la vita!
Grazie dei tuoi consigli.
Giovanna.
Ciao Giovanna!
“L’ignoto fa paura” sono verissime le tue parole.
Viviamo costantemente cercando di prevedere quali saranno le conseguenze delle nostre azioni perchè non ci piacciono per niente gli imprevisti.
La morte non è controllabile: è “ignota” per tempo e spazio e questo ci mette in difficoltà.
Credo che l’unica cosa che possiamo fare per migliorare il nostro rapporto con ciò che è a noi sconosciuto, sia vivere con consapevolezza ogni istante. Non è facile, ma è possibile!
A presto!
Francesca
Ciao Jessica!
Pensare alla morte, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo, è frequente.
Forse dobbiamo un po’ abituarci a confrontarci su questa tematica, per sentirci più liberi di mostrare i nostri sentimenti, quando ci troveremo a vivere una perdita importante.
A presto!
Francesca
Ciao Francesca!
Una paura che credo sia insita in tutti noi, ma che ci vergogniamo di ammettere.. la cosa più difficile credo sia proprio quella di accettare di essere mortali e che non siamo indispensabili!
A presto,
Federica
Ciao Federica!
Ho accumulato 41 anni prima di capire che “non siamo indispensabili” e ti garantisco che è stata una dura consapevolezza da accettare. Vivevo con l’idea di dover sempre dare il massimo per essere vista, riconosciuta, accettata come una persona di valore. Quando ho capito che: “tanto se vai via tu, troviamo sicuramente subito un’altra”, ci sono rimasta parecchio male, ma ero io in errore: basavo il mio valore su quello che gli altri mi davano e il fatto che mi potessero sostituire con facilità, significava che non ero “unica” per i loro standard e questo è stato un colpo al mio ego. La vita fa crescere, ti da delle belle botte in testa, ma senza quelle, non sarei la Francesca di oggi e allora la ringrazio.
A presto!
Francesca
Ciao Francesca, condivido tutte le riflessioni che hai scritto e ti ringrazio x aver deciso di parlare della morte, argomento tanto difficile da affrontare. Vorremmo controllare anche gli eventi che nn dipendono da noi e ciò nn è possibile, verissimo. Un suggerimento, se posso: quando pensiamo alla ns morte possiamo decidere di donare gli organi per favorire il trapianto in persone che stanno male o che hanno in questo modo l’unica possibilità per vivere, salvando così la loro vita. Pensiamoci…Inoltre, trovo che sia anche un pensiero consolatorio per i propri cari che restano, un aiuto per affrontare il distacco. Per me è stato così. Un abbraccio forte.
Grazie Stella!
Donare gli organi è un gesto insieme doloroso e consolatorio e non è una scelta facile da prendere.
Credo però che sia il regalo più importante che possiamo fare a chi ci ha lasciato e a noi stessi.
Grazie davvero per la tua riflessione.
Un abbraccio!