Consolare una persona che vive un lutto non è semplice. Proviamo imbarazzo e non sappiamo quali parole usare per far sentire la nostra vicinanza. Come superare quel momento di blocco e poter essere d’aiuto a chi sta soffrendo?
Il nostro modo di sostenere è fortemente dipendente da quanto conoscevamo il defunto e/o i suoi famigliari. Da amici stretti saremo sicuramente portati ad essere presenti in modo più concreto, mentre da conoscenti ci limiteremo a compiere un gesto di condoglianze più formale.
Gesti per consolare
Sicuramente ti sarà capitato di:
- Inviare un telegramma
- Scrivere un sms
- Fare una telefonata
- Inviare fiori
- Scrivere il proprio cordoglio sul necrologio
- Andare a visitare il defunto in camera ardente
- Presenziare ai riti religiosi
Sono tutti gesti adeguati, ma la cosa più importante è il cuore che mettiamo in quello che decidiamo di fare. Scegliamo parole sincere e profonde per i nostri messaggio; facciamo visita al defunto o partecipiamo ai riti religiosi con la consapevolezza di dover sostenere “chi resta” ponendoci in una modalità di ascolto ed empatia verso chi sta sta vivendo il dolore della perdita. Lasciamogli la possibilità di parlarci del suo senso di vuoto e mancanza e non vergogniamoci se ci verrà da piangere ascoltandolo.
Al contrario, accettiamo il suo silenzio, se non si sentirà di confidarsi con noi. La cosa più importante è EsserCI per consolare e accogliere, senza giudizio, perché ciascuno di noi reagisce al dolore in modo diverso.
Parole per consolare
Quando ci troviamo nella situazione di dover consolare chi vive un lutto, siamo spesso portati in modo automatico, a dire frasi come: “Ti capisco”, “Almeno ha smesso di soffrire”, “Con il tempo passerà”.
Usiamo le parole con cautela perché: siamo davvero sicuri di capire la sofferenza di chi perde una persona amata? Siamo certi che con il tempo il dolore si allevierà e farà meno male? La malattia logora chi la vive in prima persona e i famigliari che sostengono il malato ne escono devastati quando muore e non è consolatorio il pensiero che non soffra più perché manca la sua voce, il suo profumo, la sua presenza costante.
Preferiamo parole come:
“Mi dispiace”
“Era una bella persona”
“So bene quanto tu lo amassi”
“Vorrei poter alleviare un po’ del tuo dolore”
“Ci sarò sempre per ascoltarti e sostenerti”
Quando ho perso mia nipote Anna, il gesto che mi ha dato maggiore forza, è stato l’abbraccio delle persone che mi sono state vicine. In quegli abbracci sentivo vicinanza, solidarietà e comprensione. Quegli abbracci mi sussurravano parole come:
“Sono qui”
“Potrai sempre contare su di me”
“Ti sono vicino”
In un gesto si possono nascondere tante parole profonde che vogliono trasmettere vicinanza e dare coraggio. Certamente in epoca Covid, non è possibile, ma ci auguriamo che l’emergenza passi presto per poter ricominciare a far sentire la nostra vicinanza anche con uno stretto abbraccio.
Occhi negli occhi
Quando le parole non arrivano, quando ci sentiamo a disagio, quando siamo paralizzati perché ci sentiamo travolti dal dolore, dalla rabbia o dalla disperazione di chi vogliamo consolare, fermiamoci, respiriamo profondamente e posiamo i nostri occhi negli occhi di chi sta soffrendo. Quando i nostri sguardi saranno l’uno dentro l’altro, non serviranno le parole perché uno sguardo che vuole consolare è già colmo di tutto l’amore che serve a chi vogliamo sostenere.
Quale gesto ti viene più spontaneo fare per consolare chi vive un lutto? Quali parole sono più facili per te da pronunciare quando ti trovi a dover consolare?
Jessica
Ciao Francesca. Un argomento davvero importante e una situazione a cui non siamo mai preparate. Grazie per i consigli, davvero utili, soprattutto perché in questi momenti non si è mai pronte nemmeno con le parole.
Francesca Biavardi
Ciao Jessica!
Trovare gesti e parole per consolare non è mai facile.
Forse davvero a volte basta la presenza, l’essere presenti per alleggerire il cuore di chi sta soffrendo.
A presto!
Francesca
Erika
Ciao Francesca un articolo davvero bello, a volte non si sa cos’è dire o fare in queste situazioni,hai dato dei buoni consigli specialmente la parte parole per consolare.
Giovanna
Articolo molto bello e profondo…. A volte non ci sono parole e la maggior parte delle volte non capitano che un abbraccio può fare tanto.
Giovanna
Francesca Biavardi
Ciao Giovanna!
Proprio così: quando le parole si bloccano in gola, un abbraccio può consolare chi lo riceve, ma anche donare calore a chi lo offre.
A presto!
Francesca
Francesca Biavardi
Ciao Erika!
Le parole sono lo strumento che usiamo costantemente e con maggiore facilità, ma quando si tratta di trovare quelle per consolare, ci blocchiamo. Credo sia normale e umano perché siamo abituati a fare discorsi lunghi e articolati, ma quando si tratta confrontarci sul piano delle emozioni, andiamo in tilt. In questi casi, la cosa migliore è puntare ad usare parole semplici, che permettano a chi soffre di sentirci vicino. Saranno sufficienti per consolare.
Grazie per la tua condivisione!
A presto!
Francesca
Samantha
La reazione al lutto e il dolore che ne scaturisce è molto personale ma le parole che hai suggerito sono sicuramente più adatte a quelle che normalmente usiamo. Grazie
Francesca Biavardi
Ciao Samantha!
Ciascuno di noi ha un suo personalissimo modo di vivere il lutto e consolare chi sta soffrendo per la perdita di una persona cara.
Credo che non servano paroloni, ma possano bastare la condivisione di gesti e parole semplici: ci sentiremmo sostenuti nell’affrontare il dolore e meno soli nel viverlo.
A presto!
Francesca
Federica
Ciao Francesca,
in situazioni del genere cadere nel banale e ancor peggio nell’inopportuno è davvero un attimo! Grazie mille per questo articolo, le frasi infelici sono sempre dietro l’angolo, e come dici giustamente tu, tante volte un abbraccio o uno sguardo valgono più di mille parole.
A presto,
Federica
Francesca Biavardi
Ciao Federica!
Spesso, la paura di ferire chi vogliamo consolare ci blocca e non sappiamo cosa dire e come comportarci.
In questo casi sono proprio un abbraccio e uno sguardo che ci aiutano a superare l’imbarazzo e ci permettono di manifestare la nostra sincera vicinanza.
A presto!
Francesca
emi
Ciao Francesca,
complimenti per la delicatezza con cui hai affrontato un argomento così intimo e, permettimi, drammatico. Consolare è il gesto più importante e complicato e, spesso il silenzio o il semplice abbraccio non sembrano essere sufficienti. Ridare centralità a questa purezza è una scelta vincente.
Grazie
Francesca Biavardi
Grazie Emi!
Hai ragione: è un argomento intimo e anche drammatico, ma il desiderio di consolare ci fa tirare fuori la forza di esserCI con gesti e parole unici come solo noi possiamo fare.
Un abbraccio 😉