Lorenzo, un mio caro amico di vecchissima data mi ha detto: “Francesca, tu semina! Non puoi sapere quanti di quei semini germoglieranno, ma tu continua a seminare”.
Questa frase mi è frullata in testa per tanto tempo. Mi era molto difficile accettare quel “non sai quanti semi germoglieranno”. Mi dicevo: “Cavolo, dedico tempo, energie, passione, amore alla cura di quei semi. Se poi non germoglieranno sarà tutto stato inutile”.
Quando mi ha detto quella frase parlavamo di figli, di quanta attenzione e cura dedichiamo loro e di quanto sia quasi impossibile capire se i nostri valori, le nostre attenzioni, il nostro amore, faranno germogliare in loro umanità, sensibilità, rispetto, altruismo, solidarietà.
Non riuscivo ad accettare che fosse fuori dal mio controllo il frutto di ciò che, con tanta cura mi preoccupavo, di far crescere.
Poi ho capito.
Presentando il mio libro La vita oltre il seme ad una classe di bambini di prima elementare ed a ragazzi di 1°, 2° e 3° media, ho capito che in quel momento stavo seminando. Stavo seminando nella loro mente e nel loro cuore il desiderio di ascoltare sé stessi, di amare sé stessi, di rispettare sé stessi e di vivere il mondo in modo più consapevole e attivo.
Stavo facendo loro capire che si può parlare di tutto, anche della morte. Si può portare la propria esperienza in prima linea mostrandosi con le proprie fragilità senza vergogna o imbarazzo.
Qual era il mio errore nel non comprendere la frase di Lorenzo? Ero abituata a pensare di poter controllare ogni passaggio di crescita di un seme: lo interro, lo metto in serra d‘inverno e in un ambiente soleggiato d’estate, lo osservo germogliare, fiorire e fare frutti. Ecco l’errore: il controllo che ho su di lui.
Mi sono resa conto che posso controllare molte meno cose di quelle che vorrei e per una maniaca del controllo come me è stato difficile assorbire il colpo.
Mi sono chiesta: “Ne vale la pena?”
…Oh si che ne vale la pena! Su questo non ho dubbi. Vale sempre la pena quando si tratta di seminare coraggio e speranza!
Non so quanti bambini e ragazzi avranno parlato del mio libro con i loro genitori. O quanti di loro avranno ripensato alle mie parole. Ma se anche fosse 1 soltanto, va bene così. Io ho seminato e continuerò a farlo, ogni giorno, nelle persone che incontrerò sul mio cammino e in mio figlio Simone che mi ha regalato il disegno speciale che vedete all’inizio di questo articolo.
Anche voi siete maniaci del controllo e vi destabilizzano le volte in cui le cose vi sfuggono di mano?
Quale sarà il frutto della vostra semina?
