Vivere mondi lontani, incontrare personaggi stravaganti, affrontare sfide impossibili: nei libri viviamo tutto questo e molto altro succede nella nostra mente: pensieri e riflessioni, stimolate da quella storia, fluttuano leggere e quelle più potenti arrivano al cuore modificando i gesti della nostra quotidianità. Ecco la potenza della lettura: mentre leggo mi immedesimo, vivo emozioni, risolvo problemi, stimolo l’immaginazione, cambio il mio modo di vedere le cose e di agire nelle situazioni.
Per tanti anni mi sono impegnata a ideare e svolgere laboratori all’interno delle scuole per l’infanzia. Sono una logopedista e le esperienze che proponevo avevano l’obiettivo di migliorare le capacità necessarie all’apprendimento della letto scrittura. Le attività erano svolte con i bambini di 5 anni, prossimi all’ingresso alla scuola primaria e stimolavano l’attenzione, la concentrazione, la comprensione, la capacità di scomporre e ricomporre le parole in sillabe e di riconoscere alcuni segni grafici. Per preparare questi laboratori esperienziali, mi rifugiavo in librerie e biblioteche alla ricerca della storia perfetta, che potesse guidare i bambini nello svolgimento delle attività in modo coinvolgente e sfidante. I personaggi della storia diventavano i nostri aiutanti e punti di riferimento. Con loro i bambini si impegnavano a risolvere situazioni difficili, dove scegliere la strategia giusta per risolvere un problema non era sempre facile; si misuravano con i limiti e le abilità dei protagonisti e scoprivano le loro personali capacità da sfruttare e le loro difficoltà da colmare. Sono state esperienze molto arricchenti, stimolanti e anche sfidanti.
La potenza delle storie
Ogni volta che andavo a scuola, trovavo i bambini emozionati, pronti ad iniziare una nuova avventura con la Strega Fiammetta o L’apprendista Puffo. È incredibile quanto i racconti possano radicarsi nella mente di chi li ascolta ed è straordinaria la capacità dei bambini di immedesimarsi e interpretare il testo, ciascuno dando importanza a particolari differenti e fornendo un punto di vista unico e personale. Il racconto è uno strumento potente, che propone sfumature, a volte nascoste, che solo un orecchio attento sa cogliere. Le storie ci portano in mondi magici, capaci di stimolare la fantasia e ci fanno vivere le avventure dei personaggi come se fossero le nostre, immedesimandoci e provando emozioni nuove che ritroveremo prima o poi nella nostra quotidianità. Dare spazio alla lettura significa vivere avventure straordinarie come se fossero le nostre, ma mantenendo il distacco di chi sa che il racconto che stiamo leggendo non è quello della nostra vita. Leggere significa entrare nelle vite di personaggi che potrebbero trovarsi a dover affrontare situazioni simili alle nostre e trovare soluzioni alle quali non avevamo pensato. Leggere vuol dire immaginare mondi fantastici dove infrangere le regole, incontrare amici con cui fare cose proibite o nemici dai quali difendersi con strumenti o furbizie impossibili da utilizzare nella quotidianità.
Il racconto come strumento
Ogni volta che andavo alla ricerca di storie per creare le mie attività di laboratorio, il racconto diventava il mio aiutante a supporto delle esperienze che volevo proporre ai bambini, il libro era “strumento” per far vivere esperienze volte a raggiungere obiettivi specifici a me ben chiari. Il racconto aiutava i bambini a ricordare velocemente le attività che avevamo fatto insieme nel laboratorio precedente, aiutava a mantenere un collegamento tra un laboratorio e il successivo e a mantenere vivo l’interesse. Le avventure dei personaggi permettevano di fare giochi di parole, di allenare la memoria uditiva e visiva e il riconoscimento di segni misteriosi che sarebbero poi diventati lettere con le quali costruire nuove storie. Per me il libro non era un momento di lettura “leggero”, senza uno scopo preciso, ma il momento di ancoraggio per dare inizio ad un lavoro pensato per raggiungere uno specifico obiettivo.
Sono strumento anche i libri che ti ho suggerito nell’articolo Libri per preparare i bambini ad affrontare un lutto, perché vengono proposti per affrontare un tema specifico che, in questo caso, è quello del lutto.
“Leggere” o “usare” un libro?
Nella mia esperienza di laboratori a scuola, il libro veniva da me “usato”: aveva una funzione ben precisa. Diverso è leggere un racconto per il piacere di farlo, senza un motivo particolare. Non c’è un modo giusto e uno sbagliato di proporre una storia, la cosa importante è essere consapevoli di quello che stiamo facendo: leggere per raggiungere uno scopo o farlo per semplice soddisfazione.
Quando abbiamo l’urgenza di affrontare un argomento difficile da proporre con “parole nostre”, scegliamo i libri come strumento per aiutarci a parlarne. In questo caso i libri sono da noi usati per uno scopo e la narrazione diventa strumento per veicolare un messaggio. Per fortuna non siamo sempre in “urgenza” e allora la cosa migliore che possiamo fare è scegliere letture che non sono state scritte esplicitamente per affrontare un tema, ma che propongono una storia articolata e profonda dove quello specifico argomento può comparire, ma non essere l’unico protagonista. In questo modo il bambino vivrà tanti sentimenti, si immedesimerà in diversi personaggi, si immaginerà situazioni differenti e non vivrà in modo diretto una sola emozione che sarà inevitabilmente amplificata e dominante. I libri usati maggiormente sono i libri a “tema”, gli albi illustrati che, con le loro illustrazioni, ci sembrano meno d’impatto anche se affrontano in modo diretto argomenti tosti come il lutto, la mancanza, la rabbia, la felicità… I libri “letti”, sono quelli più lunghi, che ci richiedono di trovare il tempo per farlo insieme e il testo più articolato richiede processi di elaborazione più dilatati nel tempo. Sono però testi che lavorano più in profondità e lasciano ricordi più duraturi nel tempo.
È importante scegliere in modo consapevole se usare o leggere un libro perché l’effetto che quel testo avrà sul nostro bambino sarà diverso e dovremo essere pronti ad accogliere le sue domande quando arriveranno. I racconti stimolano riflessioni in chi le ascolta e, se saremo attenti, ritroveremo tracce di storie nei gesti e nelle parole dei nostri piccoli ascoltatori.
Jessica
Ciao Francesca, articolo davvero interessante. La differenza tra leggere e usare un libro, come l’hai spiegata, fa molto riflettere. Un ottimo spunto per quando sceglierò i libri per le mie bimbe e quando glielo leggerò. Grazie
Francesca Biavardi
Ciao Jessica!
Sono molto felice di aver stimolato la riflessione con questo articolo. Credo davvero che dovremmo essere fruitori più consapevoli dei libri.
A presto!